Pesanti nubi si addensano sui
rapporti diplomatici tra Svezia e Israele, a seguito della decisone del governo
di Stoccolma di riconoscere ufficialmente lo Stato Palestinese. Fonti di stampa
israeliane riportano la decisione di Tel Aviv di richiamare in patria il
proprio ambasciatore per “consultazioni” circa la delicata questione, mentre
già ad inizio di ottobre il Ministro degli Esteri israeliano Lieberman aveva
convocato l’ambasciatore svedese per esporre il disagio del proprio governo
verso le posizioni scandinave.
La Svezia è di fatto il primo
grande paese europeo a riconoscere lo Stato Palestinese (altri come Malta e
Ungheria avevano riconosciuto lo Stato prima di entrare nell’Unione Europea) e,
secondo il Ministro degli Esteri Margot Wallstrom, “there are clearly signs that this might happen in other member states
as well”. Sempre secondo la Wallstrom, la speranza del governo di Stoccolma
è quella di portare nuova linfa ai colloqui di pace di fatto bloccati dallo
scorso aprile a seguito della decisione israeliana di nuovi stanziamenti nei
territori occupati e dal ritorno delle violenze nella striscia di Gaza. Lo stesso
sotto-segretario delle Nazioni Unite, Jeffrey Feltman, in una dichiarazione del
29 ottobre sostiene come la decisione di Tel Aviv di nuovi insediamenti ad est
di Gerusalemme, se implementata, aumenta i dubbi circa il reale impegno di
Israele verso la pace. E’ di calibro pesante,
ovviamente, la reazione delle autorità israeliane. Lieberman definisce quella
svedese una “pessima decisione”, sostenendo che il governo scandinavo “should understand that Middle-East
relations are more complex than a piece of self-assembled Ikea furniture”.
Battuta simpatica che nasconde una verità assoluta, legata alla complessità di
un conflitto che da decenni non trova possibilità di soluzione. Gli Stati Uniti
hanno più volte espresso la propria posizione sostenendo come il riconoscimento
dello Stato Palestinese sia “prematura” e l’Unione Europea, come da prassi
incapace di avere una linea comune in politica estera, si muove in ordine
sparso: si passa dalla Svezia che sostiene ci siano altri paesi pronti al
passo, ad indiscrezioni che raccontano di paesi più vicini alle posizioni
israeliane fortemente irritati per la scelta.
Ad oggi sono 135 le nazioni del
mondo ad aver riconosciuto la Palestina come Stato indipendente e la stessa
Assemblea delle Nazioni Unite, con la Risoluzione n.67/19 del 29 novembre 2012
ha concesso allo Stato Palestinese lo status di “non-member observer State”, riconoscendolo di fatto come autorità
autonoma rappresentante il popolo palestinese.
Nessun commento:
Posta un commento