"In un regime totalitario gli idioti ottengono il potere con la violenza e gli intrighi... in una democrazia, attraverso libere elezioni..."

mercoledì 12 novembre 2014

L'UCRAINA AFFILA LE ARMI

Autore: Emiliano Bonatti

Il Ministro della Difesa ucraino, Stepan Poltorak, ha dichiarato che il governo di Kiev è in fase di  riposizionamento delle proprie forze armate ed è pronto a rispondere a qualsiasi nuova offensiva che i ribelli filo-russi stiano preparando nelle regioni occupate dell’est della nazione. Citando relazioni dell’Osce  (Organizzazione per lo sviluppo e la cooperazione in Europa) Poltorak sostiene infatti che i separatisti stiano ricevendo ampi rifornimenti di armamenti dal confine russo e che la minaccia di un’escalation del conflitto non sia così remota. I report citati da Poltorak sono stati rilasciati dal personale della Special Monitoring Mission in Ucraina, istituita per il controllo sul campo del rispetto del cessate il fuoco sancito dagli accordi di Minsk del 5 settembre scorso. Il 9 novembre gli inviati Osce segnalano convogli di camion a 15 e 41 km. da Donestk, diretti verso la città controllata dai filo-russi, carichi di armamenti di diverso calibro. Stessa cosa l’11 novembre, quando vengono avvistati circa 40 camion militari diretti verso il centro della città. Nel resoconto gli inviati segnalano peraltro come i camion non abbiano insegne che possano permettere il loro riconoscimento, ma il tipo di armamenti trasportati pare portare direttamente agli arsenali, ereditati dall’Armata Rossa, ancora disposizione  dell’esercito russo.


Kiev, dunque, mantiene alta la tensione, supportata dalla Nato la quale, pur non lanciando minacce particolari, mantiene il costante controllo su quanto avviene vicino ai confini degli Stati membri dell’Alleanza. Il Generale Breedlove, comandante delle truppe Nato in Europa, in un’intervista rilasciata martedì s’è detto “molto preoccupato” circa il trasferimento di armi attraverso il confine russo-ucraino che, a suo dire, continua ormai da giorni. Secondo Breedlove, inoltre, le violenze aumentano ogni giorno e il numero di militari russi passati oltre confine per dare supporto e preparazione alle truppe separatiste ha ampiamente superato le 300 unità stimate precedentemente. A queste vanno poi aggiunti diversi battaglioni che Mosca continuerebbe a mantenere stanziati sulla frontiera russo-ucraina. La Nato denuncia anche l’aumento esponenziale degli incontri “ravvicinati” tra le forze dell’Alleanza e quelle russe, soprattutto nei cieli, dove l’attività dei bombardieri e dei caccia di Putin è triplicata nelle ultime settimane.



La Russia continua invece a negare attività di supporto militare ai separatisti delle regioni filo-russe, sostenendo che finora gli unici trasporti russi verso l’Ucraina riguardano convogli di aiuti umanitari. Secondo Mosca questi aiuti sono inviati in stretto coordinamento con le autorità di Kiev e con il supporto della Croce Rossa garantendo finora forte sostegno alle popolazioni civili dell’est ucraina che soffrono “a humanitarian crisis after Kiev launched a military operation against indipendence supporters in the region”. Ognuno, ovviamente, fa il proprio gioco ma è innegabile che la situazione nelle regioni separatiste resti ad altissima tensione. Putin è senza dubbio ingolosito dall’idea di “fagocitare” altre regioni ucraine, dopo l’annessione lampo della Crimea, ma sa benissimo che non può tirare troppo la corda sia perché le sanzioni iniziano ad avere pesanti ripercussioni sull’economia interna, sia perché non è così folle da rischiare uno scontro aperto (o addirittura militare) con l’Occidente. Molto probabilmente le piccole schermaglie sul campo, come quelle diplomatiche, continueranno ancora per settimane lasciando irrisolto un conflitto il cui bilancio conta già, in pochi mesi, 4000 vittime.


1 commento:

attilio cece ha detto...

io pure, anche se sono vecchio, sarei pronto a difendere la mia terra da un criminale straniero che invadesse il mio paese come fa putin che invia mercenari ceceni e armi soffisticate impiegate per assassinare giovani impreparati e male equipaggiati