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giovedì 1 agosto 2013

I SUCCESSORI DELLA CINA: IL "GRUPPO DEI 16".

Autore: Emiliano Bonatti


In un'interessante analisi pubblicata il 30 luglio su Stratfor (www.stratfor.com), George Friedman si cimenta nel tentativo di prevedere quali possano essere i futuri successori della Cina nella veste di arene di repentini sviluppi economici e di poli di attrazione per gli investimenti provenienti dai paesi più industrializzati. Secondo l'autore, infatti, la Cina ha ormai raggiunto l'apice dalla parabola dello sviluppo, basata sul classico schema post rivoluzione industriale nel quale salari bassi, un'ampia forza lavoro e discrete infrastrutture garantiscono un vantaggio competitivo vincente ai paesi emergenti.  Di certo lo slancio economico del "dragone" non è destinato ad esaurirsi nel breve termine, ma la sua corsa alla conquista del mercato globale verrà messa a dura prova, per il semplice fatto che esistono, già oggi, nazioni con salari più bassi e ulteriori vantaggi competitivi pronte a rimpiazzare il gigante asiatico.
Lo stesso Friedman ammette che sia difficile identificare con certezza quali siano i futuri concorrenti, ma valutando attentamente alcuni indicatori è possibile trovare qualche indizio. Innanzitutto stiamo assistendo ad un continuo flusso di aziende che lascia la Cina (o che decide di non investire), soprattutto a livello di small business. Le grandi aziende, infatti, hanno molte più difficoltà nello spostarsi velocemente verso nuovi mercati. Secondariamente è di fondamentale importanza valutare verso quali nuovi Stati si spostino i "first movers" di 3 tipi di lavorazioni manifatturiere che possiamo considerare come vere e proprie "sentinelle": la produzione di capi d'abbigliamento, la produzione di scarpe e l'assemblaggio nel settore della telefonia.

Partendo da queste valutazioni Friedman segnala i cosidetti "Post China 16", come mostrati nella mappa (clicca per ingrandire).
Ovviamente nessuna di queste nazioni, presa singolarmente, potrà mai competere direttamente con la potenza cinese. Non sarà dunque UN singolo stato il successore della Cina. Alcuni di questi non hanno ancora raggiunto la necessaria preparazione per affrontare la competizione dei mercati globali. Ma l'insieme delle loro forze, tenuto conto che la somma delle loro popolazioni supera il miliardo di abitanti, e dei loro vantaggi competitivi, considerati nell'accezione sopra citata, porterà senz'altro qualche ostacolo alla corsa dell'economia cinese che "sembrerebbe" attualmente senza freni.

Agli analisti economici, tra qualche anno, il compito di valutare le "profezie" di Friedman...

Piccola nota tecnica: Stratfor ha usato lo stesso pattern utlizzato anche da Terre-Comuni per l'elaborazione delle mappe. Dichiaro solennemente che il modello base è stato prelevato in formato totalmente "free" dal web e che quindi non siamo "ladri" di materiale. :-)

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