"In un regime totalitario gli idioti ottengono il potere con la violenza e gli intrighi... in una democrazia, attraverso libere elezioni..."

giovedì 8 agosto 2013

CRESCE LA TENSIONE TRA OBAMA E PUTIN

Autore: Emiliano Bonatti


Il caso Snowden non poteva scivolare nell'oblio senza lasciare solchi profondi nelle relazioni tra Stati Uniti e Russia. L'asilo garantito da Putin alla gola profonda che ha svelato al mondo le attività di controllo globale messe in campo dalla National Security Agency è stato un evidente smacco alla dirigenza statunitense. Un'offesa da lavare con qualche gesto importante, sopratutto dal punto di vista diplomatico-mediatico, che garantisse ad Obama una boccata d'ossigeno rispetto alle critiche ricevute in patria dai "falchi" che ritengono inconcepibile la fuga di un soggetto che "mette a repentaglio la sicurezza nazionale" (sappiamo benissimo quanto sia importante negli Stati Uniti la retorica della Sicurezza Nazionale, sull'altare della quale, secondo alcuni, qualsiasi libertà individuale può essere sacrificata).


Ed ecco, dunque, che il necessario gesto arriva puntuale nel pomeriggio di ieri. Il portavoce della Casa Bianca, Jay Carney, annuncia che: "following a careful review begun in July, we have reached the conclusion that there is not enough recent progress in our bilateral agenda with Russia to hold a U.S.-Russia summit in early September". Il governo russo esprime "disappunto" per la cancellazione dell'incontro, ma si dice disponibile a nuovi contatti bilaterali da tenere prima del previsto G-20 del 5-6 settembre a San Pietroburgo. Difficilmente, però, Obama arretrerà dalla propria posizione a dimostrazione del fatto che l'affare Snowden è in realtà la punta dell'iceberg di una congiuntura diplomatica alquanto tesa. La stagnazione degli accordi commerciali, l'irrigidimento di Putin sui diritti civili ma, soprattutto, la posizione della Russia a difesa del regime di Assad in Siria, che di fatto blocca ogni possibilità di dar vita ad un'azione internazionale che abbia l'avallo legittimante dell'Onu, sono i punti controversi che stanno portando le relazioni tra i due paesi ai minimi storici degli ultimi 20 anni.

Obama ha dato atto della collaboriazione russa in alcuni frangenti, come nelle attività di contro-terrorismo seguite agli attentati di Boston e a quelle nel teatro afgano. Ha però allo stesso tempo affondato il colpo sostenendo, in riferimento alle azioni russe, come in alcuni frangenti "they slip back into Cold War thinking and Cold War mentality".  Un'affermazione non certo leggera che ha ottenuto, così come la decisione di annullare il summit, lo scontato sostegno del Partito Democratico ma anche l'insperato sostegno di diversi esponenti Repubblicani che avevano pesantemente criticato la gestione "passiva" dei rapporti con la Russia.

La Casa Bianca ha reso noto che gli incontri previsti per il prossimo venerdì tra il Segretario alla Difesa Hagel e il Segretario di Stato Kerry con i colleghi russi andranno avanti come previsto. Resterà da valutare, nelle prossime settimane, quale sarà il percorso che i protagonisti decideranno di seguire. Da un lato Putin manterrà tutto l'interesse a dimostrare al mondo la propria capacità di non piegarsi alle pressioni americane, in ogni campo, per proporsi quale capo-fila dei paesi che non vogliono allinearsi alla loro sfera d'influenza. Dall'altro gli Stati Uniti che, da sempre, mal digeriscono l'idea di ricevere un "No" durante le proprie azioni di politica internazionale. Il senatore democratico Charles Schumer ha sostenuto la decisione di Obama, aggiungendo che: "President Putin is acting like a school-yard bully and doesn't deserve the respect a bilateral summit would have accorded him".

Possiamo tranquillamente sostenere che, nel ruolo di "bullo", Putin sia senz'altro in ottima compagnia...

Nessun commento: