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lunedì 2 novembre 2015

AL-ZAWAHIRI CHIAMA A RACCOLTA LE FORZE ISLAMISTE CONTRO RUSSIA E OCCIDENTE

Autore: Emiliano Bonatti


In una registrazione pubblicata nella giornata di ieri il leader di Al Qaeda Ayman al-Zawahiri ha lanciato un appello a tutti i sostenitori dei movimenti islamisti per unire le forze contro le diverse forze che stanno intervenendo in Siria ed Irak: “americani, russi, iraniani, alawiti ed Hezbollah stanno coordinando la loro guerra contro di noi, non siamo in grado di fermare i nostri contrasti e indirizzare il nostro impegno contro di loro?”. Queste le parole del successore di Osama Bin Laden, che mettono in luce il tentativo di una nuova evoluzione nei rapporti all’interno dell’estremismo islamico. In una registrazione pubblicata nello scorso settembre, infatti, lo stesso al-Zawahiri “bollava” lo Stato Islamico e il suo leader al-Baghdadi come entità non legittimate a rappresentare le istanze dell’ortodossia islamista, invitando i suoi seguaci a sposare la causa di Al-Qaeda. Ora, invece, il leader auspica un “cessate il fuoco” tra le varie anime e una collaborazione contro un nemico comune.


Risulta impossibile attribuire una data precisa alla registrazione, ma la citazione di Russia e Iran nel messaggio garantisce che la stessa sia avvenuta dopo il 30 settembre, data di inizio dei raid aerei della coalizione guidata dalla Russia in Siria. “Miei fratelli di tutti i luoghi e di tutti i gruppi, stiamo subendo un’aggressione dall’America, dall’Europa e dalla Russia, quindi è tempo di essere uniti come un’unica forza”, continua al-Zawahiri. Lo stesso Stato Islamico, nelle scorse settimane, ha chiamato i fedeli alla guerra santa contro Russia e Stati Uniti. Un’eventuale “collaborazione” tra Isis e Al-Qaeda in territorio siriano e iracheno renderebbe ulteriormente complicata la situazione sul campo ed i tentativi di stabilizzazione dello scacchiere medio-orientale.



Questa strana convergenza tra gruppi fino a ieri profondamente divisi e il senso stesso del messaggio del leader di Al-Qaeda, arrivato dopo l’inizio degli interventi russi in Siria, possono essere interpretati come un parziale segnale di debolezza o di paura per lo sviluppo della situazione del conflitto. I gruppi islamisti, seppur divisi, parevano riuscire ad affrontare, finora,  l’impatto dell’intervento della coalizione guidata dagli Stati Uniti. Probabilmente l’intervento russo, avvenuto con maggiore profondità e maggiore urto proprio sulle milizie di Al-Qaeda piuttosto che su quelle dell’Isis, pare aver ottenuto quantomeno l’effetto di scompaginare le carte sul tavolo.   


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