"In un regime totalitario gli idioti ottengono il potere con la violenza e gli intrighi... in una democrazia, attraverso libere elezioni..."

mercoledì 28 ottobre 2015

SIRIA: LA RUSSIA SI VANTA, GLI ALTRI CRITICANO. DOV'E' LA VERITA'?

Autore: Emiliano Bonatti

Autorità e agenzie di stampa russe non perdono occasione, da giorni, di glorificare la potenza e la capacità delle forze armate di Putin di ottenere favolosi risultati nel loro intervento in Siria contro lo Stato Islamico. I vertici dell’esercito dichiarano che dall’inizio delle operazioni (30 settembre) sono state distrutte ben 819 strutture dei terroristi, grazie al perfetto lavoro delle forze aero-navali russe e della conseguente offensiva sul campo dell’esercito regolare di Assad. Sottolineano inoltre che tutti gli obiettivi sono stati colpiti in accordo con i “partners”  americani in aree sotto il completo controllo delle milizie dello Stato Islamico. Un report odierno segnala quanto riportato da una delegazione russa di ritorno dalla Siria, che segnala addirittura la fuga di centinaia di terroristi e il ritorno di migliaia di profughi nelle zone di origine. Un paese in cui diverse aree paiono già pronte per la ricostruzione, sotto la guida di un governo (quello di Assad) che la idee ben chiare su come risolvere la crisi e pacificare la nazione. Il tutto, condito da prospettive di enormi business per le imprese russe, alle quali il governo siriano garantirà ovviamente la “prelazione” per i lavori necessari a rimettere in piedi la nazione liberata dai terroristi. Insomma, dal lato russo arriva un bel libro ad usum propaganda in cui l’intervento nel teatro siriano rasenta i limiti della perfezione.


Sulla sponda opposta diverse voci tacciano come pura retorica fuorviante l’autocelebrazione di Putin. L’ISW (Institute for the story of war), basandosi su fonti attive nel teatro di guerra, segnala come la “campagna di disinformazione” russa sia solo un tentativo per presentare Mosca come un partner forte e costruttivo nello scacchiere siriano. Diversi bombardamenti segnalati contro postazioni Isis vengono regolarmente smentiti dagli attori sul campo, come i presunti raid aerei nella zona di Palmira, di cui le fonti impegnate sul terreno non hanno notizia. Così come la constatazione che la stragrande maggioranza degli interventi russi non abbia colpito i territori occupati dalle milizie dell’Isis, ma le postazione del FSA (Free Syrian Army), oppositore di Assad. Human Right Watch e UNHCR accusano Putin di aver ucciso un altissimo numero di civili e di aver provocato la fuga di diversi cittadini siriani dalle proprie case.


Nel frattempo gli Stati Uniti, secondo la Reuters, stanno valutando il dispiegamento di un piccolo numero di forze speciali in Siria e di alcuni elicotteri Apache in Irak. L’opzione è al vaglio di Obama, che resta comunque restio all’impiego di truppe di terra in teatri visti così lontani e ben poco “vitali” dall’opinione pubblica americana. Si tratterebbe, nel caso, di un cambio di passo pesante nella situazione intricata del calderone iracheno e siriano. Il rischio, però, sarebbe quello di creare ulteriore confusione in un teatro che già vede la presenza di un numero indefinito di attori. Gli obiettivi a medio-lungo termine di Stati Uniti e Russia sono opposti: Obama pone come condizione la caduta di Assad, mentre Putin è intervenuto in soccorso del prezioso alleato e, al di la delle dichiarazioni di facciata, cercherà di tenerlo in sella il più a lungo possibile.



Sarebbe dunque difficile, sul campo, capire chi sono gli “amici” e chi sono i “nemici” (già adesso regna il caos). E si sa, a volte basta una piccola miccia per scatenare l’inferno… 

Siria Irak attori fazioni coalizioni



Nessun commento: