Autore: Rodolfo Marangotto
Ho atteso il trascorrere di qualche giorno per avere la certezza che anche questa vicenda si attestasse sui canoni tipicamente italiani.
Una buona dose di energie del nostro paese malato sono state
sperperate nel vano tentativo di sensibilizzare l’opinione pubblica (e, ahimè,
anche quella politica) sulla sprezzante affermazione dell’Onorevole Roberto
Calderoli a proposito del ministro Kyenge. Ovviamente, dando pieno risalto al fatto che l’interessato
oltre ad essere uomo “degno d’onore,
onorato, che gode alta reputazione (per meriti, dignità, grado, nobiltà, ecc.)…”
così come l’illustre vocabolario Treccani definisce chi è onorevole, è anche
vice-presidente del Senato, ovvero vice della seconda carica più alta dello
Stato! Ebbene, si!
L’ovvia condanna per l’ennesima espressione razzista del
senatore bergamasco si scontra con le imbarazzanti difese legate alla natura
scherzosa dell’affermazione e al luogo di provenienza, un comizio politico.
Se ne è parlando tanto e comunque abbastanza da riempire pagine
di giornali, servizi televisivi, trasmissioni radiofoniche… fino ad arrivare
all’ovvia meta. Lo sfinimento dell'opinione pubblica, leggasi indifferenza! Con
la conseguenza più nefasta: aver seminato ulteriore barbarie tra la società.
Il repertorio di Calderoli ormai è ampio e col passare del
tempo si arricchisce di perle di vera stupidità e a farne le spese è la società italiana.
Forse è lui il vero animale o meglio il marziano della situazione, dovendo
assimilare le (altre) persone ad animali come unico modo per distinguersi.
Ma tutto questo è solo la maschera di quello che in realtà è
andato in scena al comizio di Treviglio. Calderoli non è certo il burlone di
turno che vuole animare la serata del bar di paese, come spesso riesce bene a far credere. La sua affermazione è
volontaria; studiata e preparata nei minimi dettagli per poter raggiungere
l’effetto sperato: parlarne, parlarne e ancora parlarne.
Ha riempito la pancia di fervida soddisfazione di molti suoi
simpatizzanti; oggi possono orgogliosamente esprimere la propria intolleranza
nei confronti di chi non è come loro …o di chi assomiglia ad un animale!
Ha (ri)acquistato consenso, ammirazione e visibilità.
Ha rianimato lo spirito nel suo movimento politico, dopo
aver perso smalto negli ultimi mesi.
Ma perché offendere gratuitamente una donna? Perché in Italia
denigrare una persona nera è possibile anche (e soprattutto) se si è un
onorevole? Perché un rappresentante politico di primo piano non riesce a criticare
l’operato di un Ministro e non la persona che lo rappresenta?
La cosa più raccapricciante è successa dopo l’esclamazione
dal palco: le risate e gli applausi dei presenti al comizio e la sfacciata
assoluzione di Calderoli da parte di coloro, che a vario titolo, hanno ritenuto
tollerabile l’affermazione o comunque non offensivo paragonare il Ministro Kyenge ad un
orango.
Inutile contare le risate a Treviglio, quando siamo
circondati da un mare di persone che ritengono l’indifferenza la medicina a
questi gesti di pura intolleranza mascherati da propaganda politica (o
viceversa). Purtroppo in questo mare sguazzano anche molte delle donne e degli uomini seduti
nel parlamento italiano!
Ma ormai tutto è finito: la memoria e la vergogna per gli
italiani è davvero poca cosa! Alla porta è già pronto l’ennesimo fatto imbarazzante,
di cui ricominciare con impeto a Parlare, oramai inevitabile sinonimo di Dimenticare!
Prossimi appuntamenti:
- silenzio stampa di Calderoli per qualche tempo …aiutato
dalla maga estate;
- riapparizione di Calderoli in autunno, con fugaci interviste dai toni sobri e mesti su vari temi di rilievo
della nostra politica;
- comparse lampo ma di vivacità riacquistata per l’inverno;
…e per la prossima primavera siamo tutti pronti a ricevere
un'altra vergognosa sparata!!!
PS: il crono programma può ridursi a pochissime settimane in
presenza di eventuale campagna elettorale.
1 commento:
La cosa tristissima, che qualifica pienamente un paese disgustoso come l'Italia, è che in qualsiasi altro luogo del pianeta il buon Calderoli (che ricordiamo essere anche il padre di una penosa legge elettorale come il nostro caro "Porcellum") avrebbe subito nell'ordine:
- class action da parte di 60 milioni di cittadini per i danni economici sostenuti a causa della suddetta legge;
- cacciata a pedate dall'agone politico con gommone prenotato per emigrare a forza verso uno Stato africano a scelta.
Nella nostra beata realtà, invece, il "genio" diventa vice presidente del Senato ed è considerato un esempio da qualche "barbaro sognante".
Non male direi..
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